martedì 16 ottobre 2012

MEDJUGORJE E GIOVANNI PAOLO II


Il 24 marzo 1994
il gesuita slovacco Monsignor Pavel Hnilica,
amico e consigliere del Papa
per i Paesi dell’Est,
sceglie Medjugorje
per celebrare il decimo anniversario
della Consacrazione della Russia e del mondo
al Cuore Immacolato di Maria.
 
Durante quel pellegrinaggio,
Hnilica rivela un episodio inedito:
un colloquio con il Santo Padre
da cui si era recato,
esattamente dieci anni prima,
il 26 marzo 1984,
di ritorno da un viaggio a Mosca.
Invitato da Wojtyla a una colazione
che diventerà lunghissima,
il vescovo racconta
come abbia potuto trovarsi al Cremlino
e celebrare segretamente la Messa
proprio nel giorno in cui il Pontefice
compiva il gesto solenne
della Consacrazione della Russia
e del mondo al Cuore di Maria.
 
Profondamente commosso, il Papa esclama:
La Madonna ti ha condotto per mano!”.
“No, Santità, mi ha portato in braccio”,
lo corregge Hnilica.
 
Poi Giovanni Paolo II gli chiede trepidante:
“Pavel, sei passato da Medjugorje?”.
“No, Santo Padre”, è la risposta.
“Com’è che non ci sei stato?”, replica il Pontefice.
“No. Il Vaticano me lo ha sconsigliato”, spiega Hnilica.
 
Wojtyla resta per qualche attimo perplesso,
poi fa un gesto della mano come per dire:
“Non ti preoccupare”.
E poi aggiunge:
Va’ in incognito.
E mi riferirai ciò che hai visto”.
 
Lo conduce quindi nella sua biblioteca
e gli mostra un libro di Padre Laurentin,
legge qualche messaggio della Madonna
e poi commenta:
“Vedi Pavel,
Medjugorje è la continuazione di Fatima,
è la realizzazione di Fatima”.
 
(Dal libro Maria, Alba del terzo millennio,
di Riccardo Caniato e Vincenzo Sansonetti - Edizioni Ares)
 

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